Ritornare alla scuola in presenza è stato l’imperativo di questo inizio di anno scolastico. Nonostante i vaccini per gli adulti e, da dicembre, anche per i più piccoli, le classi hanno vissuto e, presumibilmente, vivranno nei prossimi mesi nuove quarantene e una quotidianità, in presenza o a distanza, fortemente condizionata dalla situazione sanitaria.
L’impatto che la pandemia ha avuto sul vissuto e sull’esperienza scolastica di studenti e insegnanti è stato consistente. Le molte ricerche pubblicate nel 2020 lo hanno fatto emergere.
Certamente la pandemia da Covid ha aggravato i problemi, ma sarebbe un alibi troppo facile e pericoloso attribuirne la responsabilità all’emergenza sanitaria.
Troppo facile: perché è innegabile che la quotidianità sia stata stravolta e l’impatto non solo sulla scuola, ma sull’intera vita delle persone, sia stato pesante, per molti drammatico.
Troppo pericoloso: perché, come un lampo che acceca la vista, rischia di ridurre solamente a essa la complessità delle cause degli insuccessi scolastici rilevati.
Ma non solo. Le pratiche di distanziamento introdotte a tutela della salute fisica hanno “giustificato” un impoverimento della didattica, ridotta in molti casi a pura trasmissione di contenuti, e prodotto un indebolimento della relazione educativa, dove la distanza fisica è spesso diventata anche distanza personale ed emotiva.
Il Covid non è il ‘colpevole’, ma ha agito come una ‘lente’, amplificando e rendendo ancora più evidenti le problematiche vissute dai bambini e dai giovani nella loro esperienza scolastica.
Queste ed altre fondamentali riflessioni e osservazioni sono contenute nel presente volume di RicercAzione, nella sezione “Ricerche”, densa di contributi di spessore, nella sezione “Esperienze e riflessioni”, ricca di spunti e argomenti, e nella sezione “Recensioni”, contenente varie e interessanti segnalazioni.